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I luoghi più belli della bassa Valle d’Aosta da visitare in autunno – Capitolo secondo

Qual’ è il periodo dell’anno ideale per scoprire la Valle d’Aosta? La regione più piccola d’Italia regala emozioni uniche in ogni stagione, ma sicuramente l’autunno è un momento magico: le prime velature nel cielo, i camini dai quali si alzano i deboli fumi, gli incendi di colore generati dalle foglie, creatrici di una variopinta tavolozza, rendono i paesaggi incantati.
Nel suo tepore, è un piacere gustarne i frutti: le mele e le caldarroste in compagnia di un buon bicchiere di vino.

In questa atmosfera senza tempo continua il nostro viaggio alla scoperta dei tesori della bassa Valle d’Aosta, avvolti da tonalità intense e brillanti.

Il lardo Dop

Dopo aver superato il Forte di Bard si svela il Comune di Arnad, noto per essere il paese del lardo Dop. La lavorazione e la conservazione del lardo rappresentano una tradizione secolare per il piccolo abitato: un documento del XVIII secolo attesta la presenza ad Arnad di quattro doïl, i tipici contenitori in castagno utilizzati per la stagionatura in salamoia. Ottenuto dalla lavorazione della schiena del maiale, sgrassata e squadrata, e dalla successiva maturazione in antichi recipienti in legno di castagno o di rovere con aromi di montagna e erbe della bassa Valle d’Aosta, il Vallée d’Aoste lard d’Arnad Dop è noto per il suo sapore unico ed inimitabile.
Per scoprire e degustare il lardo Dop è d’obbligo una sosta presso la Maison Bertolin, principale produttore di questa eccellenza valdostana. Al suo interno è possibile assaporare il lardo in abbinamento a vini e prodotti locali oltre ad acquistare tutte le prelibatezze della Valle d’Aosta nel punto vendita.

I vigneti di Arnad

Arnad vanta un’antica tradizione vitivinicola valdostana: a testimonianza, il paesaggio incorniciato dai terrazzamenti. Le belle giornate d’autunno inondate dalla luce del sole sono il momento ideale per una facile passeggiata nelle vigne di Nebbiolo valdostano con le quale viene prodotto il vino Arnad-Montjovet DOC, da concludere presso la cooperativa La Kiuva, cantina sociale che comprende una sessantina di soci, che è a disposizione per organizzare degustazioni e visite delle nuove cantine e di vecchie cantine situate in mezzo al borgo di Arnad, dove il vino viene stoccato per l’invecchiamento.

Visitare Arnad: la chiesa di San Martino e il santuario di Machaby

Non solo enogastronomia: Arnad offre luoghi di grande interesse naturalistico e storico: sentieri che nel mese di giugno permettono di ammirare le peonie, siti archeologici come la pietra della fertilità, castelli, caseforti, ponti medievali ed edifici religiosi. Transitando lungo la strada statale è impossibile non rimanere incantanti dalla chiesa di San Martino, meraviglioso esempio di architettura romanica risalente all’ XI secolo. Degni di nota, il portale d’ingresso raffigurante due tronchi d’albero intrecciati e gli affreschi del Quattrocento.

Salendo nel vallone di Machaby, in un contesto meraviglioso avvolto da castagni, si nasconde il santuario della Madonna delle Nevi, edificio di origini trecentesche considerato tra i maggiori capolavori di arte barocca in Valle d’Aosta.

Il castello di Issogne e l’appartamento di Avondo

Attraversando il ponte di Echallod, opera medievale costruita interamente in pietra si raggiunge lungo l’antica Via Francigena il Comune di Issogne, noto per la presenza del suo castello, capolavoro assoluto capace di meravigliare chiunque vi si addentri. Sontuosa dimora signorile valdostana del XV secolo, il castello di Issogne era la residenza principale dei conti di Challant, famiglia nobile di rilievo nel medioevo valdostano. Il castello conserva dei tesori unici: le lunette raffiguranti la quotidianità del Quattrocento, la fontana del melograno, le incantevoli sale affrescate ed ammobiliate… Sarà impossibile non immedesimarsi in un’elegante dama o in un prode signore che nel medioevo si aggiravano nelle sontuose stanze.

Oltre al classico percorso di visita è possibile visitare l’ appartamento di Vittorio Avondo, pittore torinese al quale dobbiamo la bellezza di questo edificio. Grande appassionato del Medioevo, Avondo acquistò il castello nel 1872 con l’obiettivo di riportarlo allo splendore del Quattrocento. Il percorso vuole raccontare questa grande impresa, compiuta dal pittore in compagnia di una “brigata” di amici, che con lui condividevano la stessa passione per l’età di mezzo. Il nuovo allestimento permette di entrare nell’ala occidentale, che Avondo si riservò nei periodi di permanenza nel maniero, rivivendo l’entusiasmo, la passione e il fermento che caratterizzava il proprietario ed i suoi amici durante i restauri. Si tratta di un viaggio incredibile, che culmina nella visione della monumentale tela di Pastoris “Ritorno di terra santa” ambientata proprio nel cortile del castello di Issogne.

Il castello di Verrès

Usciti dal castello di Issogne lo sguardo cade sulla montagna, dove si erge un altro maniero, con caratteristiche ben diverse dall’elegante palazzo rinascimentale appena visitato: si tratta di un possente cubo addossato al roccione, che domina dall’alto l’abitato posto sul fondovalle. Una bella passeggiata che attraversa il borgo medievale e sale lungo un’antica mulattiera permette di raggiungere l’imponente castello di Verrès, vera e propria fortezza difensiva, severa, che tuttavia presenta anche un lato dolce, femminile, attraverso dei notevoli dettagli decorativi, oltre ad un monumentale scalone ad archi rampanti che collega i tre piani dell’edificio. All’interno della fortezza riecheggiano ancor oggi le voci di Caterina di Challant, eroina del castello, una donna moderna, oggi diremmo “con le palle”, che osò sfidare le leggi medievali che destinavano i feudi ai soli maschi, scelta dura che la condusse in una guerra terribile contro suo cugino Giacomo di Challant, che la vide perdente e privata dei suoi diritti. L’intraprendente castellana osò addirittura scendere nel paese e ballare con un uomo del popolo, episodio che viene ricordato ogni anno durante lo Storico Carnevale di Verrès.

La prevostura di Saint-Gilles

Chissà se Caterina rimaneva incantata come noi dalla vista spettacolare che regala il roccione sul quale si erge il castello di Verrès: a destra si apre la salita lungo la Val d’Ayas, dove è possibile intravedere i resti del castello di Villa, luogo di origine dei signori di Challant e in basso il borgo di Verrès, luogo attraversato in epoca romana dalla Via delle Gallie e successivamente dalla Via Francigena. Proprio nell’abitato, osservando tra le case si cela un gioiello inaspettato: la Prevostura di Saint-Gilles. Il complesso religioso, la cui presenza è attestata fin dall’XI secolo, fu sede nel medioevo di un’importante comunità religiosa. All’ingresso, i cinquecenteschi gargoyles controllano da lungo tempo i suoi visitatori. All’inizio del Quattrocento, Ibleto di Challant, costruttore del castello di Verrès e nonno dell’impavida Caterina decise di farvi costruire all’interno la propria cappella sepolcrale, all’interno della quale fu sepolto nel 1410. Nel XVIII secolo l’edificio venne ricostruito, conferendogli l’aspetto attuale.