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Il castello di Aymavilles

Il castello: storia ed evoluzione architettonica

Situato su una collina che domina la Dora Baltea, il castello di Aymavilles si erge in posizione strategica alla biforcazione tra l’alta Valle d’Aosta e la Valle di Cogne e a controllo della piana di Aymavilles, là dove si estendevano in epoca romana le proprietà di un vasto territorio agricolo, forse legato alla gens Avilia, la stessa responsabile della costruzione del ponte acquedotto di Pont D’Ael.

Citato per la prima volta in una bolla papale del 1207, il castello era probabilmente composto da una torre e forse dotato di una cinta muraria, appartenente alla famiglia De Amavilla.

Dalla metà del Trecento venne attuata la trasformazione del primo nucleo del castello che possiamo ammirare ancora oggi, quando i conti di Savoia infeudarono l’intero complesso ad Aimone di Challant. A suo figlio, Amedeo di Challant, si deve la realizzazione della struttura attuale, di cui rimangono alcune testimonianze, a partire dalle cucine, fino ad arrivare allo splendido sistema di carpenteria lignea che ancor oggi costituisce il tetto del castello. Il nuovo castello, realizzato tra il 1395 e 1412, venne sopraelevano e ai quattro vertici del maniero furono costruite delle torri semicircolari, che ancor oggi rendono particolarmente identificabile la struttura. L’intera costruzione venne circondata da un ampio fossato.

Qualche anno dopo, il figlio di Amedeo, Giacomo di Challant, modificò il maniero sopraelevando l’intero complesso di un piano e fornendolo di merlature e caditoie, che è ancora possibile ammirare nel sottotetto.

Il matrimonio di Isabella di Challant sancì il passaggio del castello di Aymavilles ai Madrizzo, che lo affidarono a dei custodi, dando inizio ad un lento processo di decadenza. Nel 1702, con l’arrivo di Joseph Felix de Challant, il castello rinacque: una radicale campagna di riammodernamento dell’edificio venne attuata per trasformare il maniero in una stabile residenza di rappresentanza. La struttura esterna venne restaurata e gli interni furono drasticamente rinnovati. Del vecchio castello vennero mantenuti poco più che i muri perimetrali. L’edificio perse così definitivamente la sua antica funzione difensiva e venne riplasmato con l’apertura di grandi logge e l’inserimento di balaustrate, cornici e specchiature. A conclusione di questa campagna ricostruttiva, il castello di Aymavilles appariva come lo vediamo ancora oggi.  

L’ultimo intervento lo si deve al conte Vittorio Cacherano Osasco della Rocca-Challant, fautore della decorazione recentemente messa in luce e valorizzata in alcuni ambienti del castello.

Il restauro: gli apparati decorativi

Nel XIX secolo il conte Vittorio Cacherano Osasco della Rocca-Challant, ultimo discendente diretto della nobile famiglia Challant, avviò una grande campagna decorativa all’interno de castello, visibile grazie agli interventi di restauro condotti sugli intonaci.

L’intervento di pulitura ha riportato alla luce dei serramenti vivacemente colorati e porte interne decorate con personaggi, animali e paesaggi, oltre a raffigurazioni di castelli.

Sugli scuri e sulle porte finestre sono stati recuperati i velari ottocenteschi.

L’allestimento

Il progetto di allestimento del nuovo museo nel castello di Aymavilles vuole fornire al visitatore una doppia chiave di lettura: da una parte raccontare la storia del castello, dall’altra permette di ammirare la raccolta d’arte e archeologia dell’Académie Saint-Anselme.

Il percorso museale si articola su tre livelli, affrontando tematiche diverse:

  • Al piano terreno si sviluppa la narrazione della storia delle famiglie che si sono succedute nel castello.
  • Al primo piano viene illustrato il ruolo fondamentale di Vittorio Cacherano e si introduce l’esposizione della collezione dell’Académie St-Anselme, alla quale sono dedicate tutte le sale rimanenti del primo e del secondo piano. Tra le opere più importanti della collezione dell’Académie Saint-Anselme vi sonol’altorilievo raffigurante Santa Caterina, attribuito alla bottega di Stefano Mossettaz, e i tre capitelli da San Francesco, oltre ad interessanti sculture lignee, tele dipinte, frammenti di affreschi, oreficerie e oggetti di carattere ecclesiastico.
  • Una volta aperto al pubblico il castello, la visita continuerà al piano del sottotetto, dove è possibile ammirare la straordinaria struttura lignea a capriate risalente al XV secolo..

Costi e orari castello Aymavilles

Il castello è in prossima apertura: non appena disponibili, verranno pubblicati gli orari di apertura e il costo dei biglietti di ingresso

Come raggiungere il castello di Aymavilles

Provenendo da Aosta, seguire lungo la strada statale 26 in direzione Courmayeur – Monte Bianco.  A Sarre svoltare a sinistra in direzione Aymavilles, e seguire le indicazioni per il castello, ubicato all’imbocco della valle di Cogne.

Provenendo dall’autostrada A5 uscire al castello Aosta Ovest e proseguire in direzione Aymavilles.

Cosa vedere nei dintorni di Aymavilles

Aymavilles è un luogo denso di storia e cultura: da non perdere a pochi passi dal castello la chiesa di St-Léger, il cui aspetto attuale risale al 1762. Tra gli elementi degni di nota vi sono la facciata a trompe l’oeil, risalente al XIX secolo e la cripta altomedievale, annoverata tra le più antiche della Valle d’Aosta. Salendo lungo la vallata che porta a Cogne, una deviazione a sinistra conduce nel pittoresco villaggio di Pondel, dove un maestoso ponte acquedotto di epoca romana risalente al 3 a.C. riesce a lasciare sbalordito qualsiasi visitatore.

Il paesaggio di Aymavilles è modellato dai terrazzamenti dedicati alla coltura della vite, con i quali vengono prodotti vini bianchi e rossi pregiati, tra i quali il Fumin, la Premetta, il Petit Rouge, il Gamay, il Muller Thurgau, il Petite Arvine, il Chardonney e il Pinot Gris sono soltanto alcuni esempi.

Una passeggiata tra i vigneti, a piedi o in sella ad una bici è il modo migliore per scoprire il territorio, che è possibile apprezzare anche percorrendo il Cammino Balteo, percorso escursionistico che attraversa l’intera Valle d’Aosta a basse quote nato per apprezzare non soltanto le bellezze naturalistiche, ma anche l’immenso patrimonio storico culturale che offre la più piccola regione d’Italia.