L’acquedotto romano di Aymavilles presenta due livelli: uno superiore che permetteva il passaggio dell’acqua, pavimentato in grosse lastre litiche squadrate (lo specus) e un tempo impermeabilizzato da malta idraulica ed uno inferiore, largo circa un metro, aerato ed illuminato, che consentiva l’attraversamento di uomini e animali.
Il Pont d’Ael presenta una particolarità: il finanziamento interamente privato dell’opera. L’iscrizione sul lato nord permette di collocarlo nell’anno 3 a.C. e di conoscerne il finanziatore e proprietario, Caius Avillius Caimus originario di Patavium (Padova). Membro di un’importante gens di imprenditori (gli Avilli), decise di costruire il ponte-acquedotto per portare l’acqua a valle, nella località Pesse di Aymavilles, necessaria per l’estrazione e la lavorazione del marmo bardiglio. Questo particolare tipo di marmo presenta una colorazione che va dal grigio-azzurro al grigio-perla venato. Si può facilmente riconoscerlo nei monumenti di Augusta Praetoria (Aosta romana).
Il sito di Pont d’Ael in Valle d’Aosta è stato di recente oggetto di lavori di ricerca, restauro e valorizzazione, duranti i quali sono stati svolti degli scavi archeologici, il restauro conservativo del ponte-acquedotto e la realizzazione di un percorso di visita.
L’area che circonda questo importante monumento riveste un notevole interesse anche dal punto di vista naturalistico, in quanto il clima arido della zona offre un’interessante varietà di flora e fauna, in particolare rare specie floristiche di origine steppica e mediterranea e ben 11 specie diverse di rare Orchidee e 96 specie di farfalle che animano il paesaggio. Inoltre, in questo ambiente è possibile ammirare l’Aquila reale e il Falco pellegrino.